Quella che segue è una lettera che abbiamo ricevuto e che Fabiana Montanari – la nostra presidente – ha letto alla manifestazione “Svegliati Italia! – Svegliati Reggio Emilia!” lo scorso sabato. Ve la riproponiamo anche per chi non è stato presente sabato scorso.
Mi chiamo Grazia e sono una mamma arcobaleno, per l’esattezza sono quella che in una famiglia omogenitoriale si definisce la co-mamma. Non ho partorito i miei figli, ma ero lì quando sono nati e c’ero anche molto prima: quando li abbiamo pensati, desiderati …. voluti. La nostra storia è iniziata nel 2005 e da subito abbiamo capito che volevamo una famiglia…..perché noi SIAMO una famiglia. Io e la mia compagna, ANZI…MIA MOGLIE, perché ci siamo sposate nel 2014 in Danimarca, paese più civile del nostro, abbiamo due figli. Il nostro percorso di genitorialità è iniziato al nostro secondo appuntamento e dopo qualche anno di parole e di sogni ci siamo iscritte all’Associazione Famiglie Arcobaleno per conoscere altre realtà e per conoscere i figli di genitori che avevano già intrapreso il nostro cammino. Nel 2011 è nato il nostro primo figlio e nel 2014 il secondo…. Io ero lì, presente e felice, ho tagliato il cordone ombelicale, ho assistito al bagnetto ed alla visita, accompagnata in questo viaggio da ostetriche e medici meravigliosi, che mi hanno riconosciuta come genitore. Ho pianto di gioia quando ho potuto finalmente abbracciare e cullare ognuno dei miei figli. Da allora non ho mai smesso di prendermi cura di loro, di proteggerli, di educarli, di accompagnarli all’asilo, al parco o in vacanza, ma per lo Stato italiano OGGI io sono ancora un’estranea per loro e, nonostante io assolva ad ogni dovere di genitore, non ho alcun diritto. Per i miei figli però io sono una delle loro due mamme, non fanno distinzione, riconoscono il mio ruolo di genitore tanto quanto quello della mamma biologica. Il più grande dice a tutti che lui ha due mamme e spesso è proprio lui che apre la strada al dialogo con chiunque, col mondo, con la gente, che è molto piu’ aperta dei nostri politici! Il decreto di legge Cirinnà è un piccolo passo, ma mi permetterebbe di riconoscere il mio legame con la mia compagna e di adottare i miei figli, anche se è un controsenso che io debba passare attraverso la decisione di un giudice per far riconoscere il legame con coloro che già sono parte di me. Con il decreto di legge Cirinnà potrei finalmente assolvere a tutti i doveri ed avere il diritto di prendere decisioni per i miei figli e per la mia compagna in caso di necessità o di malattia. In caso di un’eventuale separazione la mia compagna sarebbe tutelata, perché sarei tenuta ad assolvere a tutti i doveri di genitore separato, mentre in caso di mia morte, i miei figli sarebbero i miei legittimi eredi. Il ddl Cirinnà è un piccolo passo verso la civiltà per un paese che deve svegliarsi!