Un obiettivo: Reggio Emilia prima provincia italiana unita contro la discriminazione!

da | 3/10/2014 | Arcigay Gioconda

Alla luce dei recenti successi a Reggio Emilia, Bagnolo in Piano, Rubiera e Casalgrande con il passaggio della mozione “same sex” per la trascrizione dei matrimoni contratti all’estero tra persone dello stesso sesso, Arcigay Gioconda Reggio Emilia ha deciso di lanciare una campagna provinciale per portarci a essere entro fine anno la prima provincia al 100% all’avanguardia sui temi dei diritti civili. Forti anche del sostegno di 1.500 cittadini di tutto il territorio che hanno firmato a favore della mozione questa estate, i volontari e attivisti reggiani hanno deciso di scrivere a tutti i capogruppo e tutti sindaci dei 42 comuni della provincia rimasti perché presentino e votino in ogni consiglio comunale lo stesso testo di mozione già presentato a Bologna e nel nostro capoluogo. Al momento i cittadini reggiani “coperti” da queste mozioni sono dunque più di 206.000 (su 522.000).

Mentre la politica nazionale rimane sospesa tra posizioni ideologiche retrograde e promesse che non prendono mai forma, il comitato provinciale Arcigay Gioconda scommette sugli amministratori locali di tutti gli schieramenti, e chiede loro di inviare una richiesta di chiarimento al Ministero degli Interni su questa situazione surreale per cui chi due reggiani o reggiane che si sposano in Spagna si vedono riconosciute come coniugi in quasi tutta Europa, mentre rimangono banali “coinquilini” proprio in Italia. Si tratta di cittadini e cittadine che si vogliono bene, pagano le tasse, hanno progetti di vita comune, a volte figli (da precedenti relazioni o cercati) ma che non hanno nessuna protezione, veri e propri cittadini di serie B.

Gli attivisti di Arcigay Gioconda inoltre si mettono a piena disposizione dei Comuni che vorranno organizzare un incontro coi cittadini su questi temi, o anche semplicemente discutere della situazione attuale e dei significati di questo gesto. È triste infatti essere ancora a questo punto, con una legge contro le discriminazioni omo-transfobiche svuotata di significato e bloccata in parlamento, e con l’Italia al 39° posto (su 49) in Europa per i diritti delle persone LGBT, quando dovremmo star parlando del colore della cravatta da indossare al matrimonio dei nostri fratelli, amici, colleghi.

Reggio Emilia è sempre stata una terra fiera della propria tradizione democratica di tutela delle persone e delle lotte per i diritti di tutti. Scommettiamo che sarà la prima provincia in Italia a lanciare un grido univoco a favore dell’uguaglianza?