Sabato 23 Maggio assisteremo nuovamente ad una delle chiamate nazionali delle Sentinelle in Piedi, movimento nato sull’onda di quello francese dei Veilleurs Debout (manifestanti contro la Legge Taubira sulle nozze omosessuali), le Sentinelle si oppongono con decisione alla proposta di legge che intende estendere la Legge Mancino-Reale alle discriminazioni basate su orientamento sessuale e identità di genere, dichiarandosi di fatto contrari ad una legge che tuteli da omofobia, lesbofobia e transfobia, affermando che il Ddl Scalfarotto lede il diritto di opinione nei confronti degli omosessuali.
Le affermazioni portate avanti dalle Sentinelle si fanno portatrici di vere e proprie campagne di rifiuto attivo verso l’omosessualità, la bisessualità e la transessualità come condizioni intrinseche umane. Nonostante sostengano la piena laicità del movimento, non è un caso se più volte le Sentinelle sono state sostenute da movimenti cattolici e di destra.
Fa riflettere la modalità scelta per esprimere questo dissenso e la disposizione in piazza durante le loro veglie: in piedi, distanziati ognuno nella propria individualità, con gli occhi sui libri. Immersi nella realtà, nella città, ma rinchiusi nella lettura silenziosa. Tentano di dividere, impaurite forse dall’essere sopraffatte da realtà che probabilmente non conoscono a sufficienza.
Leggere è importante, la cultura è fondamentale per l’essere umano. Ma ancora di più lo è quando si unisce alla conoscenza delle persone, alla relazione. La vita è nella piazza che vi sta attorno.
Una piazza che è fatte di persone, di ragazze e ragazzi, donne e uomini, anziani e anziane, bambini e bambine. Tra queste persone ci sono certamente gay e transessuali, bisessuali e lesbiche che vogliono affermare il proprio diritto di vivere la vita essendo tutelate e tutelati nell’amore che provano per le proprie compagne, per i propri compagni, per i propri figli e figlie.
Le Sentinelle in Piedi vogliono bandire dalle scuole i libri che parlano di omosessualità, ma anche solo di differenza di genere, di famiglie miste o allargate, affermano che si vogliano “indottrinare” i bambini e le bambine, ma l’indottrinamento è possibile solo con l’ignoranza, e la scuola ha il compito principe di far conoscere la realtà, una realtà fatta di persone diverse, che hanno la pelle di colori diversi, che hanno fedi diverse, e che amano persone diverse, una realtà fatta di famiglie allargate, miste, monogenitoriali, e con genitori omosessuali. La scuola ha il compito di far conoscere l’esistente, affinché ogni scelta, ogni persona, venga vista, ascoltata, rispettata.
A scuola e non solo combattiamo le disuguaglianze, perché l’odio e il disprezzo portano solo violenza, l’informazione e la sensibilizzazione portano civiltà. E nella stragrande maggioranza dei paesi civili le differenze religiose, sociali e anche di orientamento sessuale sono viste non come qualcosa da nascondere, da negare o da combattere, ma come elementi fondanti della ricchezza della società.
Il 23 maggio saremo in piazza, per contrastare i movimenti omofobi che sotto una maschera di quieti e silenziosi lettori nascondono l’odio e il pregiudizio. Saremo in piazza per decostruire omofobia e transfobia mostrandoci in tutto il nostro rumore, i nostri colori, la nostra varietà ed unione.
Il 23 maggio saremo in Piazza del Monte, alle ore 16:30, per costruire una narrazione differente, inclusiva ed aperta, che non vuole giudicare le differenze senza conoscerle, ma che intende raccontarle e condividerle tutte perché grazie alla conoscenza si realizza la piena libertà di essere e di amare.
Collettivo Variabile Indipendente – Altre scuole possibili – Arcigay Gioconda